Il vaginismo rappresenta la maggiore difficoltà “al femminile” che incide sul vissuto di identità nel potersi sentire pienamente donna. Spesso chi soffre di vaginismo vive infatti la sensazione di sentirsi una ‘donna a metà ‘ o una donna ‘non completa’. Nei cosiddetti “matrimoni bianchi” e più in generale nelle relazioni di lunga durata accade spesso che solo dopo alcuni anni si chieda consulto e aiuto al sessuologo. Può protrarsi nel tempo la speranza di poter superare gli ostacoli imposti dal vaginismo attraverso tentativi autonomi. Il fallimento di questa fase conduce generalmente a un senso di rassegnazione accompagnato da un consolidarsi del vissuto di inadeguatezza. Con il tempo ciò può condurre all’evitamento dell’intimità e alla compromissione del desiderio sessuale.
La terapia sessuologica
La terapia con il sessuologo / sessuologa prevede un lavoro su due livelli:
-un livello introspettivo, con l’analisi dei vissuti interiori e delle componenti emotive e relazionali che nella propria storia sessuale si associano al vaginismo
– un lavoro diretto alla corporeità. Viene affrontata la componente fobica reattiva all’atto penetrativo o al semplice contatto intimo con se stesse in caso di difficoltà nell’autocontatto.
Il percorso con il sessuologo / sessuologa è orientato a ‘familiarizzare’ con il proprio corpo, spesso vissuto come estraneo.
Il sessuologo suggerisce esercizi specifici mirati al rilassamento corporeo nella sua globalità e alla parte pelvica nello specifico. L’obiettivo è riuscire gradualmente a “lasciarsi andare”, liberandosi da quelle tensioni che fanno da blocco e concorrono al mantenimento del vaginismo.
Vanno parallelamente affrontate le componenti interiori di ‘controllo‘ che si esprimono e traducono nella concretezza corporea di un’impossibilità ad abbandonarsi.
Il lavoro in seduta con il sessuologo / sessuologa si integra ad esercizi da riproporre a casa, di facile attuabilità.
I tempi del cambiamento
Ogni percorso richiede il proprio tempo, in relazione al personale ritmo di cambiamento, e il fattore motivazionale si rivela un grosso sostegno al processo trasformativo.
Spesso da sessuologa mi si chiede se si può lavorare al vaginismo solo all’interno di una relazione di coppia o anche da single; la tematica è affrontabile sia nel contesto di coppia sia nella cornice individuale. Anche quando si è all’interno di una relazione, il lavoro iniziale resta in genere prevalentemente individuale, connettendosi in ogni caso con la dinamica relazional-sessuale con il partner.
Spesso un senso di scetticismo prevale sull’aspettativa fiduciosa nel cambiamento, alimentando un sensazione di inadeguatezza che interferisce con motivazione ed autostima.
In un percorso psico-sessuologico pertanto si rivela importante promuovere sia
l’autostima individuale sia l’autostima di coppia.
Dott.ssa Rossella Berardi – Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa
Articoli sul vaginismo: